La patologia atavica della politica trasformista, sta configurandosi, negli ultimi mesi, in molti esponenti politici, a livello regionale e provinciale. Una metodologia che può essere collocata in un quadro d’insolita debolezza in alcuni politici, probabilmente non adeguati a far incidere la propria capacità politica e culturale in un nuovo scenario bipartitico. E’ avvilente, incomprensibile e drammatico assistere ad attacchi al Governo di Centrodestra, derivanti da esponenti della stessa fazione, che ricoprono importanti cariche istituzionali e che si avvalgono della strategia del “piagnisteo continuo”, per scaricare sugli altri (in questo caso, il Governo ed in particolare il Ministro Fitto, l’esponente più rappresentativo del Mezzogiorno) la responsabilità oggettiva dei propri errori. Magari sbandierando ai quattro venti, come nel caso del Movimento del Sud, la presunta bontà di un modello politico innovativo, la cui promotrice, è bene sottolineare, è una veterana della politica locale e nazionale, la quale ha ricoperto cariche istituzionali di rilievo (Ministro dell’agricoltura, Europarlamentare, senatrice del PDL) e nonostante ciò, non risulta che in questi ruoli abbia mai prodotto politiche straordinarie per il Sud.
Esimia Senatrice, nel pieno rispetto per il suo passato e presente politico, la reputo talmente esperta per non comprendere che le priorità politiche del momento non sono costituire l’ennesimo “partito” o “movimento”, presumibilmente volto a soggetti che necessitano di riabilitare la propria figura politica, ma mettere in campo una buona e sana politica per governare il cambiamento dell’Italia ed in particolare del nostro territorio. La domanda che d'altronde molti cittadini di centrodestra si pongono è: qualora le fossero stati assegnati degli incarichi governativi, in ambito nazionale o regionale, “l’amore per il Sud” l’avrebbe portata comunque a partorire il suo movimento ..? Quel che serve, a mio modesto parere, è una coalizione formata da un organico ampio e credibile, capace di vincere le prossime tornate elettorali; che sia soprattutto coesa e strutturata attorno ad un progetto politico, con cui poter guidare Provincia e Regione, in una difficile fase di risanamento e di rilancio dello sviluppo. Dobbiamo, oggi più che mai, anche in virtù degli eccellenti risultati politici ottenuti nelle regioni Abruzzo e Sardegna, confidare nel nostro leader e non denigrare sistematicamente il suo operato. Esimia Senatrice, siamo oramai alla vigilia della nascita del nuovo soggetto politico voluto fortemente dal nostro leader, che rappresenterà in Italia, dal nord al sud, una grande forza politica che, per oggettive dimensioni elettorali, per radicamento sociale, per qualità del pluralismo culturale, dovrà svolgere un ruolo politico determinante nella crescita del nostro Paese. Un partito aperto e a vocazione maggioritaria: strumento indispensabile di pragmaticità e di partecipazione politica, adatto al bipolarismo. E’ alquanto evidente, quindi, che non serve un nuovo “movimento o partito”, anche perché siamo di fronte ad uno scenario economico mondiale drammatico, e le tematiche, le sfide, le scelte difficili, sono in gran parte inedite. Il misero pensiero di un inconscio ritorno al “proporzionalismo” oggi non unificherebbe grandi progetti, ma eserciterebbe una destabilizzazione del popolo di Centrodestra. E’ di notevole rilevanza politica che il nostro leader abbia compreso prima di altri che le culture e le logiche delle politiche del novecento, che di tanto in tanto nostalgicamente riappaiono, sono in larga misura inadeguate ad affrontare le sfide congiunturali.
Segr. - Consigliere. - Delegato Nazionale FI-PDL
Mino Piccione
Esimia Senatrice, nel pieno rispetto per il suo passato e presente politico, la reputo talmente esperta per non comprendere che le priorità politiche del momento non sono costituire l’ennesimo “partito” o “movimento”, presumibilmente volto a soggetti che necessitano di riabilitare la propria figura politica, ma mettere in campo una buona e sana politica per governare il cambiamento dell’Italia ed in particolare del nostro territorio. La domanda che d'altronde molti cittadini di centrodestra si pongono è: qualora le fossero stati assegnati degli incarichi governativi, in ambito nazionale o regionale, “l’amore per il Sud” l’avrebbe portata comunque a partorire il suo movimento ..? Quel che serve, a mio modesto parere, è una coalizione formata da un organico ampio e credibile, capace di vincere le prossime tornate elettorali; che sia soprattutto coesa e strutturata attorno ad un progetto politico, con cui poter guidare Provincia e Regione, in una difficile fase di risanamento e di rilancio dello sviluppo. Dobbiamo, oggi più che mai, anche in virtù degli eccellenti risultati politici ottenuti nelle regioni Abruzzo e Sardegna, confidare nel nostro leader e non denigrare sistematicamente il suo operato. Esimia Senatrice, siamo oramai alla vigilia della nascita del nuovo soggetto politico voluto fortemente dal nostro leader, che rappresenterà in Italia, dal nord al sud, una grande forza politica che, per oggettive dimensioni elettorali, per radicamento sociale, per qualità del pluralismo culturale, dovrà svolgere un ruolo politico determinante nella crescita del nostro Paese. Un partito aperto e a vocazione maggioritaria: strumento indispensabile di pragmaticità e di partecipazione politica, adatto al bipolarismo. E’ alquanto evidente, quindi, che non serve un nuovo “movimento o partito”, anche perché siamo di fronte ad uno scenario economico mondiale drammatico, e le tematiche, le sfide, le scelte difficili, sono in gran parte inedite. Il misero pensiero di un inconscio ritorno al “proporzionalismo” oggi non unificherebbe grandi progetti, ma eserciterebbe una destabilizzazione del popolo di Centrodestra. E’ di notevole rilevanza politica che il nostro leader abbia compreso prima di altri che le culture e le logiche delle politiche del novecento, che di tanto in tanto nostalgicamente riappaiono, sono in larga misura inadeguate ad affrontare le sfide congiunturali.
Segr. - Consigliere. - Delegato Nazionale FI-PDL
Mino Piccione